Vassily Kandinsky

(Mosca 1866 – Neuilly-sur-Seine 1944) Dopo la laurea in Giurisprudenza, gli viene offerta una cattedra all’università che rifiuta per dedicarsi alla pittura e alla musica, che si rivelerà, in seguito, fondamentale per la propria evoluzione artistica. Nel 1896 si trasferisce a Monaco, in Germania, per approfondire gli studi sulla pittura. Nel 1902 espone per la prima volta con La Secessione di Berlino e, tra il 1903 e 1904 visita l’Italia, i Paesi Bassi, l’Africa e la Russia, nel 1904 espone nel Salone d’Autunno di Parigi. Nel 1909 pubblica “Lo spirituale nell’arte” in cui, convinto che la pittura debba essere simile alla musica e che i colori debbano assimilarsi ai suoni, propugna una pittura astratta liberata dalla dipendenza con l’oggetto fisico. Nel 1911 con Franz Marc fonda la rivista d’avanguardia “Der Blaue Raiter” (Il Cavaliere Azzurro), iniziando un intenso periodo di lavoro. Rientrato in Russia allo scoppio della prima guerra mondiale, viene chiamato a ricoprire importanti cariche pubbliche dopo la rivoluzione d’Ottobre: crea l’Istituto per la Cultura Pittorica e fonda l’Accademia di Scienze Artistiche. In quegli anni prende parte al clima dell’avanguardia russa che conosce importanti fermenti con la nascita del Suprematismo e del Costruttivismo, tuttavia, avvertita l’imminente svolta normalizzatrice, nel 1921 ritorna in Germania, senza più ritornare in patria. Nel 1922 viene chiamato da Walter Gropius ad insegnare al Bauhaus di Weimar dove ritrova Paul Klee, e incontra Alexej Jawlensky e Lyonel Feininger, con i quali fonda il gruppo “Die blaue Vier” (I quattro azzurri), idealmente legato al “Cavaliere Azzurro”. Dopo la chiusura del Bauhaus, nel 1933, si trasferisce in Francia, vivendo e lavorando a Parigi gli ultimi anni.