Max Ernst

Brühl, Colonia, 1891 – Parigi, 1976. Tra il 1909 – 1914 studia filosofia a Bonn e si avvia alla pittura nell’ambito dei movimenti tedeschi d’avanguardia; nel 1912 fonda, assieme ad August Macke, il gruppo “Das Junge Rheinland”, esponendo per la prima volta a Colonia, dove con J. Th. Baargeld e H. Arp, nel 1918 costituisce un gruppo dadaista. Dal 1922 è a Parigi, dove diventa figura di rilievo del movimento surrealista: illustra i poemi di P. Éluard, collabora alla rivista “Littérature” e compie, con Breton, Crevel, Éluard e Picabia, i primi esperimenti di “scrittura automatica”, esperienza dalla quale nascono nella seconda metà degli anni Venti i “frottages” e i collages e, tra il 1929 e il 1935, i romanzi-collage, tra le opere più rappresentative dell’arte surrealista. Nel 1938-39 esegue le sculture e gli affreschi per la sua casa a Saint-Martin d’Ardèche (Avignone). Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene internato in campo di concentramento fino al 1941, quando raggiunge gli Stati Uniti. Negli USA tiene vivi i contatti con gli altri surrealisti che, come lui vi si erano rifugiati – con M. Duchamp e A. Breton cura la rivista VVV- dipinge opere di rilievo: Europe after the rain II (1940-42, Wadsworth Atheneum, Hartford), Napoleon in the wilderness (1941, New York, Museum of modern art), Euclid (1945, Houston, Menil Foundation). Per la sua casa di Sedona (Arizona) realizza nel 1948 una delle proprie sculture più significative, il gruppo monumentale Capricorne. Stabilitosi di nuovo a Parigi nel 1949, prosegue la propria ricerca elaborando composizioni nelle quali gli elementi intellettualistici del surrealismo si sciolgono in associazioni e dissociazioni dettate da un acuto sentimento poetico. Nel 1954 ottiene il primo premio per la pittura della Biennale di Venezia.