Carlo Carrà

L’evoluzione artistica di Carlo Carrà incarna ed illustra perfettamente la storia dell’arte italiana dalla prima metà del XX secolo.

Carlo Dalmazio Carrà inizia a studiare arte alla giovane età di dodici anni, intraprendendo, tra il 1904 e il 1905, una prima carriera artistica come decoratore a Valenza.

Nel 1900 si reca a Parigi per decorare i padiglioni dell’Esposizione Internazionale. Questa opportunità gli consente di studiare i pittori della Grande Ecole Française del XIX secolo e dell’impressionismo.

A seguito di questa trasferta parigina, si reca a Londra, dove studia il lavoro di artisti come Turner e Constable, rimanendone fortemente stupito per l’uso della luce nelle loro opere.

Nel 1906, entra all’Accademia di Brera a Milano, dove conosce Boccioni e Bonzaghi. Dopo una breve esperienza divisionista, a cui si avvicina spinto dai suoi interessi politici e alquanto anarchici, si immerge nell’atmosfera modernista dei suoi amici milanesi e nel 1909 firma il “Manifesto futurista” con Marinetti e Russolo.

Il futurismo è il primo grande periodo artistico di Carrà. La sua ricerca sul dinamismo e la teoria del colore sfocia nei suoi capolavori come I Funerali dell’anarchico Galli nel 1911, La Donna al balcone nel 1912, Trascendenze Plastiche nel 1912

Nel 1916, appena dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, l’incontro a Ferrara con de Chirico e De Pisis lo porta ad abbandonare il Futurismo per approcciarsi alla poetica Metafisica. È proprio insieme ai due artisti che istituisce i principi teoretici della pittura metafisica.

Dopo uno stile inizialmente influenzato da quello di De Chirico, sviluppa un linguaggio molto personale, con atmosfere solitarie e sospese. Gli esempi perfetti di questo nuovo linguaggio sono i dipinti Madre e Figlio (1917), L’Amante dell’ingegnere (1921) e Il Pino sul mare (1921). Questo cambiamento lo conduce ad avvicinarsi all’arte del Trecento e del Quattrocento, con riferimenti a Giotto e Masaccio.

Dal 1918, inizia a scrivere per la rivista “Valori Plastici”, per questo non sorprende che nel 1920 inizia a dipingere secondo i rigidi termini del Novecento Italiano, prendendo parte anche alle mostre del 1926 e del 1929 al Palazzo della Permanente di Milano.

Carrà continua a disegnare freneticamente, fino alla sua morte nel 1966, a Milano, a seguito di una malattia.

Carlo Carrà
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