Alighiero Boetti
(Torino 1940 – Roma 1994) Si avvicina all’arte da autodidatta. Dopo l’esordio alla Galleria Christian Stein di Torino (1967), prende parte alle principali esposizioni internazionali dell’Arte Povera con Germano Celant. Nel 1971 si reca per la prima volta in Afghanistan, dove commissiona alle donne del posto la realizzazione di opere da lui disegnate, ricamate secondo la tradizione locale. Con la serie delle “Mappe” (1971-1972), formate da un planisfero politico in cui ciascun territorio viene ricamato con i colori e i simboli della bandiera di appartenenza, avviene la svolta della sua opera in ambito concettuale. Nello stesso tempo si trasferisce a Roma e sdoppia il proprio nome in “Alighiero & Boetti”, mettendo in discussione l’identità stessa dell’artista. L’indagine dell’artista prosegue con i ricami, grazie ai contatti instaurati con i rifugiati afghani a Peshawar, in Pakistan, che realizzano anche parole e frasi concepite dall’artista e con i lavori su carta, come ad esempio quelli su carta di riso realizzati nel 1985 in Giappone. Negli anni Ottanta e Novanta sono numerose le mostre in gallerie private e negli spazi pubblici in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1990, invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale, riceve il “Premio Speciale della Giuria”.
MOSTRE
ITALIAN PASSION FROM 1956
2017
LONDON
CHEF D’OEUVRE
Artist between XX and XXI centuries
2020